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Doman l'è festa

by Contrada Lorì

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Piutosto 02:39
9.
Contra marso 03:13
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11.
Copa le vece 06:53

about

L’etichetta discografica delle Lessinia Vaggimal Records è lieta di presentarvi la sua ultima produzione montanara: “Doman l’è festa”, il primo album della Contrada Lorì.


Dopo un 2013 di grandi soddisfazioni nazionali e internazionali ottenute con la pubblicazione dell’album “Ruvain” del collettivo psichedelico dei C+C=Maxigross (Premio PIMI al MEI 2013 come Miglior Autoproduzione Italiana, superata le 150 date tra Italia, Europa e USA nei migliori festival internazionali dal CMJ di NY al Primavera Sound di Barcellona) finalmente noi montanari ci possiamo concentrare su un disco nuovissimo ma allo stesso tempo antichissimo, una sfida che attueremo proponendo la tradizione onesta e sincera della canzone popolare dialettale unita a quella più cantautoriale degli anni sessanta.


Questo è il disco che avremmo voluto fare da sempre. Se i C+C=Maxigross hanno preso la psichedelia e il folk anni ‘60/’70 angloamericano e li hanno reinterpretati ispirandosi alle atmosfere che si respirano sulle nostre prealpi venete (usando comunque un linguaggio internazionale) la Contrada Lorì usa invece la tradizione della musica popolare veronese e veneta, quella delle osterie e dei cori alpini, per creare canzoni d’autore che vadano oltre i confini regionali, per essere capiti e apprezzati dalla Sicilia al Trentino Alto Adige. Questa è la nostra sfida, non da poco, lo ammettiamo. Saremo ambiziosi ma crediamo che sia un sogno che parte dal dialetto veronese e può arrivare ovunque.


Dopo averli conosciuti in giro per le osterie della città e dei paesi veronesi li abbiamo corteggiati, e a suon di vino Valpolicella e buoni salumi siamo riusciti ad attirarli in alta quota (loro sono di collina) nei Vaggimal Studios dove abbiamo impresso su disco questi 11 canti speciali nel loro essere classici e senza tempo. Otto persone, otto cantanti, otto musicisti in una sola stanza affacciata sulla vallata di Vaggimal. Una presa diretta con strumenti legnosi e acustici: mandolini, chitarre 6 e 12 corde, pianoforte, fisarmonica, contrabbasso, violoncello, violino, percussioni e sassofono davanti al camino per scaldarsi quanto serviva (il disco è stato registrato lo scorso ottobre). Niente di elettrico, è bastato il suono che va dal tintinnante al grave degli strumenti a corda e dei legni fino alle voci e i cori che hanno imparato dalla scuola alpina, registrati in un solo e unico microfono.


Le canzoni della Contrada hanno tutte le caratteristiche del vino Valpolicella quando viene prodotto da un contadino solo, in casa, con solo quattro vigne e conseguente produzione di poche bottiglie. Ma questo è il Valpolicella vero. Questi canti sono scritti in dialetto veneto, parlano del Veneto e dei paesi veronesi, cambiano con l’avvicendarsi delle stagioni e sono arrangiate in acustico, senza strumenti elettronici o sofisticherie sintetiche. Qualcuno, conoscendo la storia politica della città di Verona, ha subito storto il naso: non sarà mica un ritorno dell’epopea della Padania libera? Beh, si direbbe proprio di no. La Contrada Lorì è sì un ritorno alle origini e alla tradizione locale, ma con un’attenzione esclusiva al gusto per le cose sane di una volta e al fascino della tradizione antica. Una specie di Slow Food della musica, insomma. Non è un caso che la prima canzone del musicista-oste Rizzini sia stata La Bogonéla (La Chiocciolina, NdR), inno alla lentezza e implicito omaggio al simbolo della nota organizzazione gastronomica. Inoltre, la Contrada Lorì è tutto fuorché separatista, è anzi promotrice della pace e costruttrice di ponti: Avesa, la canzone dedicata dalla Contrada all’eterno conflitto tra i borghi veronesi di Avesa e Quinzano, è stata suonata per la prima volta dai contradaioli in cammino tra l’osteria di uno dei due paesi fino al bar centrale dell’altro (Transumanza tour 2013, cinquanta concerti tra piazze e osterie locali), per suggerire ai due popoli di mettere da parte le rivalità e godere insieme dell’amore conviviale, non senza il contributo di tre fette di codeghìn (cotechino) e un bicchiere di Custoza.

C’è chi ha associato la poetica della Contrada Lorì a quella di un altro celebre gruppo local dallo stile un po’ scanzonato, i Pitùra Freska, che arrivarono al successo sanremese nel 1997, nonostante l’uso esclusivo del dialetto veneziano. In realtà, pur riconoscendo il dovuto rispetto a Sir Oliver Skardy e agli altri interpreti di Papa Nero e Pin Floi, la Contrada Lorì segue un filone piuttosto lontano dal reggae alla veneziana. Utilizzando un fraseggio più moderno, la vena lirica e struggente che percorre canzoni come Vorìa vegnar grando o Premer e staìr ricorda semmai il primo Jannacci dialettale, con lo sfondo del Veneto, contadino e lagunare, al posto del mondo operaio milanese. E alla tradizione milanese di Cochi e Renato e Dario Fo ammicca simpaticamente anche il brano Piùtosto, che ricorda le atmosfere di Ho visto un re per l’onirica surrealtà, per il divertissement linguistico e il gusto per il nonsense. Va ricordato che, più modestamente ma non con minore prestigio, nel caso della Contrada Lorì, il posto del premio Nobel viene preso da un altro celebre e amato attore comico veronese, Roberto Puliero, autore del testo di Piùtosto.

La Contrada Lorì svolge quindi anche una vera e propria funzione di manutenzione e conservazione di un patrimonio musicale più strettamente folk, quello delle canzoni venete da osteria (Copa le vece è solo breve esempio delle ben più lunghe e ormai famose maratone eno-musicali contradaiole dal vivo) e non disdegna perfino la ricerca etnomusicologica, presentando, nell’album d’esordio, un brano ispirato alle cante primaverili degli antichi villaggi delle prealpi veronesi (Contra marso).

Il sogno della Contrada Lorì è quello di un piccolo mutamento del costume, in cui alle gite enogastronomiche si affianchino i tour etnomusicali. In questo modo la Contrada Lorì potrà essere apprezzata anche da chi, calabrese o laziale in visita a Verona, tra un bicchiere di Amarone e una pastisàda de caval (sfilacci di cavallo), voglia assaggiare anche della musica ‘a km zero’ di ottima qualità.



Contrada Lorì - Nota biografica

Prestate bene attenzione a non chiamarli i Contrada Lorì, perché rischiereste di farli arrabbiare. Loro sono la Contrada Lorì. E’ anche da questi dettagli che si vede come questo gruppo di polistrumentisti veronesi abbia deciso di usare schemi del tutto nuovi e rivoluzionare, nel loro piccolo, il linguaggio della musica leggera. Sì, perché di rivoluzione si tratta. Una rivoluzione linguistica, musicale e, soprattutto, culturale. Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato nel 2012, in una nebbiosa giornata invernale, quando Roberto Rizzini, già autore, cantautore, musicoterapeuta, ma soprattutto co-proprietario di una rinomata osteria veronese, ha raccolto nella sua casa nell’ameno borgo di Avesa alcuni amici, come lui appassionati di cibo, di vino e di musica. Tra questi vi erano Roberto Nicolino, cuoco-filosofo e contrabbassista, Arturo Pero, medico e violoncellista, Francesco Scardoni, giurista e cantante, Paolo Marocchio, musicoltore e mandolinista, Andrea Pomarolli, educatore e fisarmonicista e Andrea Trevisan, giurista e chitarrista.
“Lo sentite il profumo di questo Valpolicella che avete nel bicchiere? - ha detto il Rizzini ai suoi, quella sera - Be’, questo vino lo fa un contadino, da solo, in casa. Non è un enologo diplomato, ha quattro vigne e produce solo poche bottiglie, ma questo è il Valpolicella vero. Bene, cari amici, io voglio proporre a voi di fare insieme della musica che abbia lo stesso sapore del vino che stiamo bevendo: dovrà essere 1) tradizionale 2) locale 3) stagionale 4) senza artifici. Il progetto si chiamerà Contrada Lorì, perché nasce qui, in una piccola contrada sulle sponde del Lorì (torrente di Avesa, paese veronese NdR)”.
Da questa genuina unione di amanti del canto e del vino è iniziata un'avventura che ha attraversato tutte le piazze e le osterie di Verona e provincia per tutto il 2013, creandosi una fan base notevole confermata da concerti sempre più affollati da un pubblico entusiasta (il Transumanza Tour 2013). Dopo l'incontro con Vaggimal Records è iniziato quindi uno splendido sodalizio che li ha portati a produrre il loro primo album "Doman l'è festa" e a farsi conoscere in tutta Italia per poter portare il più lontano possibile la canzone veneta.

La Contrada Lorì è musica tradizionale, canti popolari veronesi e veneti, folk e canzone d'autore.

credits

released March 17, 2014

Contrada Lorì - Doman l'è festa
11 tracce 44:07 min

01 - Doman l'è festa
02 - Se solo gavesse n'Aifon
03 - Mi son de Avesa
04 - Va', bogonela, va'
05 - Sonada del magnatismo
06 - Voria vegnar grando
07 - San Briccio blues
08 - Pitosto
09 - Contra marso
10 - Premer e stair

Francesco scardoni: voce, kazoo, entusiasmo
Arturo Pero: violoncello, pianoforte, percussioni, cori
Andrea pomarolli: fisarmonica, cori
Roberto rizzini: chitarra, mandolino, pianoforte, percussioni, cori
Paolo marocchio: mandolino, cori
Andrea trevisan: chitarra, cori
Roberto nicolino: contrabbasso, fornelli, cori
Stefano saccomani, percussioni
Enrico breanza: chitarra in “va’, bogonela, va’”
Federica galia: violino in “voria vegnar grando” e “premer e stair”
Cesare carreri: sassofoni in “se solo gavesse n’Aifon” e “San briccio blues”
Tobia bonetti, tobia poltronieri, francesco ambrosini e filippo brugnoli: cori in “contra marso”
Registato e mixato da franscesco ambrosini presso gli studi Vaggimal records tra ottobre e dicembre 2013. Masterizzato da Samuele Tezza e francesco Ambrosini. Progetto grafico di Silvia Bonazzi, Erik Righetti e Chiara Tonini. Le foto utilizzate provengono dall’archivio della biblioteca civica di verona e dall’archivio comunale di concamarise.

Out March 17 2014

Band: contradal@yahoo.it Label (Italy): Vaggimal Records www.vaggimal.com
Distribution (Italy): Audioglobe www.audioglobe.it
Press: promo@vaggimal.com +39 3482657092

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Vaggimal Records Verona, Italy

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